A causa di alcuni cambiamenti verificatesi nella mia vita non vi saranno nuovi articoli in questo blog.
Destinazione Polonia - LA
mercoledì 19 aprile 2017
venerdì 13 gennaio 2017
Un popolo che non ama molti altri popoli

Mentre sul fatto che i polacchi non amino i tedeschi non dovrebbero esserci dubbi. Questo sembra essere dovuto esclusivamente agli eventi della seconda guerra mondiale. E' costata la vita a cinque milioni di polacchi e le conseguenze, dirette ed indirette, si sentono ancora oggi. Lo scopo del terzo Reich era ridurre i Polacchi ad un popolo praticamente di schiavi, in questo disegno rientravano le purghe di intellettuali e la proibizione di scuole ed università. Un disegno che per fortuna non si è realizzato. Un'eredita difficile da perdonare e impossibile da dimenticare. Ma credo che sia alla repubblica popolare, sia ad alcuni governi eletti a volte faccia comodo ricordare fino all'ossessione i crimini dei tedeschi per distrarre l'attenzione dai problemi di oggi. Naturalmente poi quasi mai si parla delle deportazioni e delle persecuzioni della minoranza tedesca dopo la seconda guerra mondiale..
E' noto inoltre che i polacchi detestano i russi. Le ragione sono ovvie: l'imposizione del socialismo, la spartizione della Polonia con i tedeschi, le esecuzioni e le menzogne di Katyn, l'aggressività e l'inaffidabilità anche della Russia odierna. Purtroppo, diversamente ad esempio da quello che fanno gli Ucraini, l'odio non si limita all'aspetto politico, ma si estende alla lingua ed alla cultura. I polacchi sembrano essere orgogliosi del fatto di avere studiato il russo per anni a scuola, ma nonostante ciò di non saperlo parlare - anche se spesso lo sanno meglio di quanto vogliano ammettere. O di vantarsi di conoscere quanto meno possibile la cultura e letteratura russa.
Molto più sorprendente può essere lo scarso amore che i polacchi dimostrano per gli ucraini. I mezzi di comunicazione di massa negli ultimi tempi hanno ripetuto a lungo la storia dell'eccidio di Volinia, durante l'ultima guerra mondiale, da parte di partigiani ucraini. Non ho però in Polonia quasi mai sentito parlare, ad esempio, di come Polonia e Unione Sovietica si siano spartiti l'Ucraina dopo la prima guerra mondiale, e di come milioni di Ucraini residenti nel territorio polacco siano stati polonizzati tra le due guerre. Ci si aspetterebbe anche più appoggio verso l'Ucraina in questi tempi così difficili. Comunque sono due popoli molto simili e la Polonia è una destinazione preferita di immigranti ucraini.
Un'altra ragione di dissidio coi vicini è che i polacchi vedono Lvov (oggi in Ucraina) e Vilnius (in Lituania) come città tradizionalmente polacche. Dei popoli confinanti, i polacchi hanno solo dei cechi e slovacchi un'opinione positiva. Per altri versi, i polacchi odiano popoli che non hanno ragioni particolare di odiare : rumeni, serbi, ebrei, arabi, cinesi e turchi. I dettagli sono in questo sondaggio. Le ragioni sono misteriose e mi sembrano legate a una generica intolleranza per chi è in qualche modo diverso. L'odio per i serbi e per i rumeni è per me inspiegabile, da quel che poco che ho capito i polacchi tendono a confonderli con gli zingari - e in questo, per la verità, non sono i soli.
Chi amano allora i polacchi ? Oltre agli italiani, cechi e slovacchi, dicono di amare inglesi, ungheresi, spagnoli ed americani. Chissà quanto è sincero e duraturo questo "amore".
giovedì 6 ottobre 2016
venerdì 17 giugno 2016
Differenze culturali tra ... Ucraina e Stati Uniti
Ho appena passato due settimane ad Odessa, in Ucraina, per fare pratica di russo. Mi si è dimostrato chiaro che mi manca ancora molto prima di poter arrivare a dire che sono un "buon" B2.
Ma non è di questo di cui intendo parlare. Ne ho approfittato per prendere parte ad una conferenza su intelligenza artificiale e Big Data. In generale, mi interesso al settore dell'IT in Ucraina.
Perché forse l'Ucraina nel settore dell'IT ha un potenziale ancora maggiore della Polonia. Come si legge in questa presentazione, un migliaio di ditte, novantamila programmatori e un centinaio di centri di sviluppo operano in questo paese e servono clienti internazionali. Al contrario della Russia, poi, l'Ucraina non tende all'isolazionismo e ovviamente non è colpita da sanzioni. Quelle di cui ho sentito parlare sono comunque soprattutto start-up statunitensi che, per una ragione o per l'altra, decidono di aprire un centro di sviluppo.
Mi ha molto colpito l'articolo a pagina 58 di questo slideshow - "Come clienti statunitensi e fornitori ucraini possono imparare a gestire le loro differenze culturali". In diversi anni in Polonia non sono mai riuscito a trovare un articolo simile nei media, nonostante che ce ne sarebbe bisogno. Questo mi da l'impressione che gli ucraini possano essere meno ingenui dei polacchi ed essere più coscienti del fatto che vi siano delle grosse differenze tra loro ed i paesi occidentali. Problemi simili a quelli descritti in questo articolo si possono infatti riscontrare nei rapporti tra fornitori polacchi ed i loro clienti.
Negli Stati Uniti le aziende "devono lavorare duro e mantenere una qualità molto alta ed un alto livello di cortesia se vogliono assicurare che il cliente torni", "il cliente ha sempre ragione perché è lui ad avere il potere", e "si aspetta di fronte ad ogni problema che gli venga proposta e consegnata una soluzione realistica".
In Ucraina, invece, è il "fornitore ad avere il coltello dalla parte del manico ed il cliente deve essere grato che il fornitore accetti di lavorare per loro". Non serve "essere cortesi in affari, questo è visto come ipocrisia perché i sorrisi si riservano solo ad amici e conoscenti". Inoltre gli Ucraini non girano intorno alle cose e se una cosa fa schifo, lo dicono. Questo spesso viene interpretato da statunitensi come "mancanza di flessibilità". Suona familiare...
Cosa può fare un fornitore ucraino allora per accontentare i clienti statunitensi? I consigli di Jennifer Robert sono sorprendentemente simili a quelli che darei io ai polacchi, quando lavorano con clienti occidentali.
- Non dare niente per scontato nella comunicazione col cliente e non avere paura di fare anche le domande più stupide. Perché quello che è scontato per una persona, eventualmente anche per ragioni di educazione, non lo è per un altra.
- Mostrare i risultati del proprio lavoro il più frequentemente possibile al cliente, cercando di stabilire un rapporto di fiducia e di dimostrare proattività
- Durante il processo di vendita, non raccontare di "essere i migliori", ma identificare le necessità del cliente e proporre soluzioni concrete. Far sentire che si vuole avviare un rapporto di partnership.
- Ricordarsi che non si è il solo componente nel processo del cliente. Un ritardo nella consegna provoca dei ritardi a catena, per cui è assolutamente necessario rispettare le scadenze.
- Se si verificano problemi o ritardi, non fare il gioco del "colpevole". Perché dare la colpa al cliente è il modo migliore per perderlo. Inoltre nella comunicazione col cliente in caso di conflitto evitare il più possibile la parola "tu", e piuttosto cercare in modo proattivo una soluzione alternativa che arrivi comunque a soddisfarlo.
- Reagire il prima possibile alle richieste del cliente, anche solo per dire che si è vista la loro email e si sta già lavorando su una soluzione - non prendersi tempo nel rispondere.
A chi ha esperienza nella consulenza queste cose potrebbero sembrare scontate, ma per molti polacchi ho visto che non lo sono. I polacchi, infatti, sono più simili agli ucraini di quanto piacerebbe loro ammettere...
domenica 8 maggio 2016
Tasse, tasse e ancora tasse
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Il famigerato "PIT-37" |
Sono residente fiscale in Polonia, assunto regolarmente in Polonia, quindi le tasse le pago in Polonia. Ma ho delle entrate in Germania, ed esiste un accordo fiscale tra Polonia e Germania. Nella dichiarazione fiscale del 2013 in Polonia ho dichiarato le entrate in Germania, e all'ufficio fiscale della Germania ho scritto che avrei pagato tutte le tasse in Polonia. E cosi ho fatto.
In Polonia, quando si dichiarano le tasse, si calcola immediatamente anche la differenza tra tasse da pagare e già pagate. E bisogna conguagliare immediatamente, senza aspettare la conferma dell'ufficio delle imposte. Io questo non lo sapevo e dovo aver spedito la dichiarazione ho aspettato fiduciosamente.
Nel frattempo dalla Germania mi è arrivata la comunicazione che le tasse sui redditi in Germania, bisogna pagarle in Germania, nonostante l'accordo. E allora le ho pagate. Dopo qualche mese però i polacchi sono venuti a batter cassa e richiedermi la differenza che non avevo pagato - ed allora sono venuto a sapere del fatto che bisogna pagare subito alla dichiarazione, diversamente dalla Germania. Ma allora ho pensato bene di fare una dichiarazione correttiva senza le entrate in Germania.
Dopo qualche mese l'ufficio delle imposte in Polonia si è fatto ancora vivo, comunicandomi che i redditi in Germania devono essere dichiarati anche in Polonia. Non si pagano le tasse sulle entrate all'estero direttamente, ma queste influenzano comunque l'indice di tassazione sui redditi in Polonia.
Funziona così: se il reddito totale, comprese le entrate dalla Polonia e dall'estero, è inferiore a 85.528 złoty ( chissà come se le inventano queste cifre), la percentuale di tassazione è del 18% sul reddito polacco, meno 556,02 złoty. Se ad esempio in un anno si guadagna 40.000 PLN in Polonia e 30,000 all'estero, siamo ancora sotto la soglia. Ma la percentuale si calcola sui redditi in Polonia. Quindi le tasse dal pagare sono 40.000 * 18% - 556,02 = 6.643,98 , ovviamente al netto di quello che è stato gia stato detratto dallo stipendio.
Ma se, come nel mio caso, il reddito totale è superiore a 85,528 , le cose diventano molto più complicate. Perché allora la percentuale diventa progressiva. Se ad esempio si guadagna 70,000 PLN in Polonia e 30,000 PLN all'estero, si sfora purtroppo il limite di 85,528.
Allora per prima cosa si calcolano le tasse come se i redditi originassero tutti in Polonia. Ovvero 14.839,02 PLN (altra cifra magica) più il 32% della differenza tra il reddito totale e 85.528 PLN. In questo caso 14.839,02 + (100.000 - 85.528) * 32% = 19.470,06
Ma queste sono le tasse che si pagherebbero se tutto il reddito originasse in Polonia. Questa cifra si usa invece per calcolare il tasso progressivo, calcolando, in questo caso, la percentuale di 19.470,06 rispetto al reddito totale, in questo caso 100.000, ovvero, sempre in questo esempio, 19,47%
L'ultimo passo è applicare questa percentuale al reddito in Polonia. In questo esempio le tasse da pagare sono il 19,47% di 70,000 PLN, ovvero 13.629 PLN. Da queste ovviamente anche qui vanno detratti i contributi trattenuti dallo stipendio.
Ho usato un programma (PIT Project) per dichiarare le tasse, ma non mi sembrava vero che i redditi all'estero venissero tassati così pesantemente, nonostante li avessi dichiarati anche nel paese di origine... Per cui ho voluto capirne esattamente la ragione, ma non è stato facile. Ed irritante.
martedì 5 aprile 2016
Elwro 800 Junior - un home computer della Repubblica Popolare Polacca
Da qualche mese sono abbonato all'edizione polacca della rivista Computerworld. In uno degli ultimi numeri ho letto la storia del computer Elwro 800 Junior.
All'inizio degli anni ottanta, quando esisteva ancora la Repubblica Popolare Polacca, i primi home computer Commodore e Spectrum erano inaccessibili alla maggior parte della popolazione. Allora nel 1985 il governo prese l'iniziativa di finanziare la produzione di un computer per la distribuzione nelle scuole ad uso esclusivamente didattico.
Il computer doveva essere progettato in Polonia ed al più usare componenti realizzati negli altri paesi dell'Est. Venne scelto un progetto del Politecnico di Poznan e destinato alla produzione in massa negli impianti della fabbrica statale di prodotti elettronici "Elwro", a Breslavia, che già produceva i mainframe "Odra".
L'Elwro 800 era un'emulatore perfetto dello ZX Spectrum, ma non solo. Si basava su un'architettura client/server e consentiva di collegare i computer di un aula in rete. L'insegnante poteva vedere nel suo schermo cosa faceva ciascun allievo ed intervenire direttamente in ogni postazione. Per quegli anni erano dei concetti molto innovativi. Il software che veniva fornito era ovviamente prevalentemente didattico, ma non mancavano i compilatori in linguaggi come Pascal, C e Prolog.
Dal momento della concezione a quello in cui effettivamente i computer sarebbero arrivati nelle scuole sarebbero passati alcuni anni. La logistica e l'efficienza non era infatti uno dei punti di forza della Repubblica Popolare Polacca e questo era probabilmente il progetto informatico più complesso realizzato fino ad allora.
Gli Elwro 800 contenevano processori creati nella Repubblica Democratica Tedesca, memorie dall'Unione Sovietica e dischi fissi dall'Ungheria e dalla Bulgaria. La fabbrica Elwro non aveva mai prodotto così tanti computer in così poco tempo ed i primi risultarono difettosi. Anche a livello di distribuzione, installazione nelle scuole ed istruzione del personale, ci volle del tempo per ingranare. Bisogna pensare che nel socialismo spesso non si pensava nemmeno a pianificare una fase di un progetto se la precedente non era stata ancora terminata...
Ma nonostante questo, verso la fine degli anni ottanta i primi Elwro 80 incominciarono ad arrivare nelle scuole polacche. Nel frattempo però il regime socialista veniva smantellato, apparivano sul mercato i primi PC compatibili IBM e quindi i computer che si basavano sull'architettura dello ZX Spectrum erano obsoleti sul nascere. Però nelle scuole polacche degli inizi anni novanta gli Elwro 800 erano ancora migliaia ed è su questi che molti futuri informatici polacchi si sono fatti le ossa. Non solo gli studenti che li hanno usati, ma anche i programmatori che realizzavano software didattico o gli ingegneri che costruivano gli accessori.
Ma la ditta Elwro, però, non esiste più. Fu privatizzata, acquisita dalla Siemens e dopo alcuni anni liquidata. Sembra inoltre che non sia possibile sapere cosa è successo ai progettisti di questo computer. Oltretutto non hanno nemmeno una nome - tutte le fonti parlano di un "team" del Politecnico di Poznan...
lunedì 14 marzo 2016
Diamoci al russo
Ho saputo il risultato del mio esame di polacco di livello C1: l'ho passato con un punteggio totale del 98%. Adesso però faccio pausa e cambio lingua - il polacco lo pratico comunque ogni giorno.
Il croato è una nuova lingua che desidero imparare, ma non prima di arrivare ad un livello del russo che mi soddisfi. Diciamo, almeno B2, visto che l'esame di russo di B1 l'ho dato qualche anno fa - a Kiev in Ucraina, tra l'altro.
Ma considerando la situazione politica attuale non ho molta voglia di fare un corso estivo in Russia (o in un altro paese dove si parla russo) e dare là l'esame. Sono combattuto tra dare l'esame dell'ECL (facile) e quello della Federazione Russa (difficile). La mia paura, in questo caso, è di scontrarmi con la politica e di dover stare attento a quello che dico, del che non ho nessuna voglia. Però mi ricordo che quando ho frequentato i corsi estivi universitari a Mosca e San Pietroburgo, già allora vi erano situazioni difficili. Nonostante questo, i professori, pur esprimendo una prospettiva diversa da quella a cui sono abituato, mantenevano un elevato livello di professionalità.
L'idea è di dare l'esame di B2 di russo a fine maggio, ma non ho molto tempo. Allora ho pensato di trovare un'insegnante privata che mi dia ripetizioni. Ho cercato sul portale e-korepeticje e ne ho trovato una con delle buone recensioni. Allora sono andato a casa sua e ho fatto una lezione di prova. Ma si è dimostrata avere delle idee strambe - ad esempio, che i Croati sono tutti dei fascisti e che non sono slavi. E alle mie obiezioni ha risposto che non ha bisogno di controllare, visto che come russa sa tutto sugli slavi e io non so niente. Ho deciso di non fare più lezioni con lei.
Il mio secondo tentativo è stato di fare una lezione di prova al centro culturale russo. L'atmosfera sembrava normale, indipendentemente dalle classiche opinioni "russe" e quindi ho deciso di iscrivermi ad un semestre. Adesso andrò a lezione il martedì e il mercoledì, fino a luglio e poi conto di dare l'esame di livello B2 della Federazione Russa.
E' un corso a cui prendono parte una decina di persone, soprattutto studentesse un po' timide. E' un'occasione interessante per rendersi conto di quanto in realtà sia facile per i polacchi imparare il russo - in realtà. non tanto. Hanno qualche vantaggio quando si tratta di capire alcuni concetti grammaticali come gli aspetti dei verbi, che in polacco sono identici. Ed è più facile per loro anche ricordarsi le parole, visto che alcune sono simili. Ma arrivare ad un buon livello di russo non è banale neanche per i Polacchi - e non è solo un fatto di motivazione. .
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