lunedì 29 settembre 2014

Commedie ed umorismo polacco

Dal film "Nic smieśnego"

Ho passato tredici anni in Germania ed ho sempre fatto fatica a comprendere l’umorismo tedesco. Si dice che i tedeschi non hanno il senso dell’umorismo, ed è vero che fanno fatica a ridere di sé stessi, o meglio, non trovano divertenti molte delle battute che il resto del mondo racconta su di loro, magari con riferimento al nazismo. Però esiste un grande comico tedesco, Loriot, da poco defunto, che sapeva come mostrare i tedeschi nel loro lato più comico. Ma per apprezzarlo, bisogna conoscere i tedeschi, infatti solo dopo aver passato qualche anno in Germania ho cominciato a capire il suo umorismo raffinato.

I polacchi amano dire di sé stessi che hanno un grande senso dell’umorismo. Effettivamente sanno ridere di sé stessi ed anche delle barzellette sui polacchi, tipicamente rappresentati come ladri ossessivi. Anche se questo sembra cambiare ed i polacchi sono sempre più stanchi di questo stereotipo. Però per me l’umorismo polacco resta ancora in gran parte misterioso e a volte alquanto irritante, come ad esempio le barzellette sulle donne da picchiare.

Sicuramente quello che in Polonia non mancano sono le commedie. Quelle più popolari ed amate sono quelle del periodo comunista ed ancora oggi vengono ritrasmesse fino alla nausea. Ho perso il conto di quante volte mi è capitato di vedere in televisione “Nie lubię poniedziałku”, “Poszukiwani, Poszukiwana”, “Nic śmiesznego” oppure “Mis”. Sono film che in un modo e nell’altro prendono in giro molte situazioni tipiche della Repubblica Popolare Polacca. Non avendola conosciuta di persona, questi film spesso non mi fanno ridere, al contrario, mi rattristano.

La commedia polacca più famosa, “Seksmisja”, la prima volta che l’ho vista mi ha dato l’impressione di essere recitata molto male. Dopo un anno in Polonia l’ho rivisto ed in realtà gli attori e le attrici si comportano in modo credibile - per essere Polacchi. Pare che i Polacchi trovino questo film molto divertente, ma io non sono stato capace di ridere una sola volta. E’ oltretutto una satira molto raffinata del comunismo (ma che strano), tanto raffinata da sembrarmi alquanto insipida. Simile discorso per il film “Rejs”, che ho apprezzato di più dopo un anno in Polonia - ma anche qui, senza ridere una sola volta.

Gli unici film che ho trovato moderatamente divertenti sono quelli con il personaggio Adaś Miaucziński, di cui ne ho visti due: “Nic śmiesznego” e “Dzień świra”. Di questi film ce ne sono otto. Adaś è un semi-intellettuale fallito, che in parte ricorda dei personaggi di Woody Allen, e in parte l’italiano Fantozzi e il francese Pignon. Nei film che ho visto Adaś è il protagonista narrante, che rende facile comprendere quello che succede, diversamente da film semicaotici come “Mis” o “Nie lubię poniedziałku”. Forse è questa la ragione per cui questi sono le uniche commedie polacche che ho, perlomeno in parte, trovato divertenti.

Sarò io che non ho il senso dell’umorismo ? Mah…..

martedì 23 settembre 2014

Girando ancora per la Polonia

Prima della guerra il viaggio in treno col Torpedo
da Danzica a Varsavia durava tre ore, ed adesso cinque. 

Ho gia raccontato che mezzi uso per muovermi in Polonia. Nel frattempo ho acquisito maggior esperienza. Mi sono tenuto lontano dagli autobus, tranne un fine settimana che sono andato a Katowice. Almeno il collegamento tra Cracovia e Katowice non è un problema, infatti passa un autobus quasi ogni 15 minuti e si può semplicemente salire e comprare il biglietto.

Ho noleggiato altre due volte una macchina, per quattro giorni durante un ponte e poi per due settimane quando ho fatto le ferie. Ho girato per la Polonia e come ho già scritto muoversi in auto non costituisce qui un particolare problema. Ammesso di non andare nelle aree troppo turistiche, c’è poco traffico e si trova facilmente da dormire negli alberghi. Le strade sono generalmente in buone condizioni. L’unica cosa che mi ha preoccupato un pò sono i tram, onnipresenti nelle città, e a cui bisogna fare attenzione.

Durante il mio viaggio in auto per la Polonia ho deciso di non entrare nelle grandi città, per poterle visitare con calma durante dei fine settimana. Il mezzo che ho scelto stavolta è stato l’aereo. Non è il più economico, ma il più sicuro, veloce e comodo. Ho così visitato Poznan, Danzig e Szczecin in questi ultimi due mesi, dedicando a ciascuna città un fine settimana. In due casi ho fatto il cambio a Varsavia. Ho usato le compagnie aeree Lot ed Eurolot. E’ andato tutto liscio. A Varsavia stessa dovrò andarci a breve, per rinnovare il passaporto italiano scaduto - disgraziatamente a Cracovia non si può fare.

Grazie al cielo negli ultimi tempi non ho dovuto usare Ryanair, che a Cracovia è molto presente. E’ sicuramente economica, ma se si è abituati ad altre compagnie aeree può essere un trauma, visto che mirano a fregarti ad ogni passo falso. Con loro mi è capitato anche che non mi facessero salire sull’aereo dopo essere stato in coda al check-in per un’ora, poiché oramai mancavano meno di 40 minuti al decollo e sono totalmente inflessibili. Inoltre se non hai stampato la carta d’imbarco o se hai più bagagli del previsto o se pesano qualcosina in più di quello indicato dai loro regolamenti strambi, si deve andare ad un altro sportello a pagare una multa e perdere tempo. Possono trattare male i clienti, tanto sanno che ne troveranno sempre altri. <sarcasm>Secondo me, Ryan Air è una compagnia aerea comunista! </sarcasm>

Durante quest’ultimo fine settimana sono stato a Torun. Visto che non ho trovato modo di andarci in aereo, stavolta ho deciso di prendere il treno. Disgraziatamente i treni in Polonia sono mostruosamente lenti, anche gli Intercity. Da Cracovia a Varsavia ci vogliono quasi quattro ore (per fare 316 Km) e da Varsavia a Torun altre tre (per 220 km). Partendo venerdì sera ho dovuto fare sosta a Varsavia.

Ma al ritorno ho avuto una sorpresa. La stazione di Torun non ha pannelli elettronici e gli annunci di servizio della stazione erano praticamente incomprensibili. Sull’orario dei treni, nella colonna “peron/tor” (che traducono come “piattaforma/binario”) avevo letto I-2, ed ho quindi aspettato il treno al “peron” 2, ma in realtà il treno è arrivato alla piattaforma 1, binario 2. Infatti in Polonia il numero scritto in grosso sui pannelli è quello della piattaforma (peron), ciascuna delle quali ha a sua volta ha due binari (tor). Ma sull’orario dei treni il numero della piattaforma non l’ho notato, poiché era scritto in caratteri romani e non mi sembrava importante. Al treno successivo per Varsavia non mi sono più sbagliato, ma questo intoppo mi ha costretto a fare ancora tappa e tornare a Cracovia la mattina dopo col treno delle 5 di mattina. Tra l’altro non era riscaldato e non avendo abiti pesanti ho fatto il viaggio al vagone ristorante dove faceva un pò più caldo. Per lo meno ho mangiato abbastanza bene ed a poco prezzo.

Penso che questo inverno non andrò troppo lontano durante i fine settimana.

mercoledì 10 settembre 2014

Le bestie più pericolose


Un allarme personale
Ho già raccontato la mia disavventura con un cane. Da allora faccio più attenzione e mi sono reso conto di quanto qui siano difficili da notare i cartelli “Attenti al cane".  Magari sono piccoli, ingialliti e su un portone di una casa che sembra abbandonata da anni. Ma in realtà il cane c’è, e molto cattivo. Occhi aperti!

Ma in questo post voglio parlare delle bestie più pericolose: gli uomini. Dopo aver vissuto in una città relativamente tranquilla come Monaco di Baviera, Cracovia è un bel cambiamento.

Esiste in generale un maggiore rischio di furto. Le ragioni sono tante: povertà, disoccupazione, disparità sociali, assenza di sussidi, stipendi bassi. Ma a parte ricordarsi di chiudere bene quando si esce, questo non ha comportato un cambiamento del mio stile di vita. In realtà mi sembra che la maggior parte delle persone sia oneste. Mi è capitato di lasciare in giro delle cose e le ho sempre ritrovate e da allora ho deciso di cominciare ad usare un servizio come FoundInTown. Perché le cose è più facile perderle che non che te le rubino.

Diverso è il caso dei gruppi di giovani che qui amano chiamare “pseudotifosi”, ma in realtà a me sembrano più che altro cercarogne. Non so esattamente come definirli. Spesso tifano per una squadra di calcio, e magari vanno alle partite armati di coltelli ed ascie. Ma non si muovono solo di domenica e non è una buona pratica farsi identificare come sostenitore di una delle due squadre di calcio della città, “Cracovia” e “Wisła”. Al punto che mi è stato consigliato di nascondere il badge della Comarch quando sono in giro, poichè la ditta è lo sponsor del “Cracovia”.

Segni di attività di cercarogne si vedono talvolta la mattina. Sono riconoscibili atti di vandalismo contro il patrimonio pubblico e privato. E una volta tornando a casa da solo all’una di notte di domenica, ho avuto un incontro con uno di questi gruppi. Erano in quattro in mezzo alla strada ed hanno cominciato ad insultarmi. Uno di loro mi si è buttato addosso dandomi un forte spintone, cercando di sbilanciarmi. Io sono proseguito per la mia strada senza scompormi ed hanno perso interesse.

Da allora ho deciso perlomeno di cercare di evitare di tornare in autobus se è tardi e piuttosto prendere il taxi. E’ inoltre un problema che anche in piena città ci sono tante strade molto poco illuminate, anche se abitate. Una precauzione in più che ho deciso di prendere è l’acquisto di un solido allarme personale, di quelli che tirando il filo fanno una sirena di 140 decibel per un’ora. Dovrebbe bastare per allontanare i più, la maggior parte cerca una preda facile e che non dia problemi.

In Polonia praticamente non ci sono stranieri e sia criminali che vittime sono Polacchi. I fatti di criminalità quindi non provocano un dibattito politico attorno all’immigrazione. In realtà quelli che ho chiamato cercarogne di solito non sono neanche disoccupati, ma lavorano in uno dei tanti impieghi sottopagati e senza prospettiva. Non sono politicizzati, non sono sindacalizzati e cercare rogne è il loro sfogo. E’ una delle cose che mi preoccupano - che nasca qualche partito o movimento estremista capace di unirli.

martedì 2 settembre 2014

Un paese di programmatori di videogiochi

Uno screenshot dal trailer di "Get Even" di "The Farm 51", previsto per il 2015.

Da piccolo sognavo di diventare un programmatore di videogiochi. Non ho realizzato e probabilmente non realizzerò mai questo sogno, però almeno sono capitato in un paese dove la carriera di programmatore di videogiochi è una scelta non inusuale.

Ho parlato in un altro articolo del gioco “Witcher” della ditta CDProject. Ho finito di guardare su youtube dei walkthrough della prima e seconda parte. Conosco meglio l’universo alternativo in cui è ambientato il gioco. Non contento, ho guardato i walkthrough di altri giochi, in polacco, di SargethePlayer : "The Last of Us", "GTA 5", "Far Cry 3" e "Uncharted 3". Adesso ne sto guardando uno di Battlefield 4. Prendo due piccioni con una fava: esercito la lingua e mi aggiorno sui nuovi giochi che ci sono sul mercato.

In realtà, l’idea era di guardare dei walkthrough di altri giochi polacchi. Il gioco dell’anno 2013 più premiato in Polonia, "Call of Juarez: Gunslinger", per assurdo non è stato doppiato in Polacco, ma solamente in Inglese. La ditta che lo ha realizzato, Techland, ha sede nella piccola città di Ostrów Wielkopolski. I giochi vengono però distribuiti internazionalmente da Ubisoft, che non fa molta pubblicità al luogo dove sono stati realizzati. Techland ha realizzato decine di giochi, quello più di successo è stato "Dead Island", che ha venduto quasi 8 milioni di copie, battendo di gran lunga "The Witcher II".

La casa produttrice "The Farm 51", di Gliwice, ha prodotto dei giochi dalla buona grafica, ma che non hanno avuto grande successo internazionale. D’altra parte il settore dei videogiochi è spietato ed è estremamente difficile restare al passo coi tempi. Il gioco “Get Even” previsto nel 2015 promette di portare questa ditta finalmente al meritato successo, almeno a giudicare dalla spettacolare grafica che si vede nei trailer.

A Varsavia, oltre a CD Project, ha sede la casa produttrice "11 bit Studios", in cui sono confluiti alcuni dei programmatori della storica Metropolis, ora inesistente. Ha raccolto molte lodi col gioco "Anomaly: Warzone Earth", di cui ha prodotto diverse varianti.

E a Cracovia ? Anche qui hanno sede produttori di videogiochi di tutti i generi e piattaforme: Ganimede, Bloober Team, Reality Pump Studios  (Two Worlds), Tate Interactive, Teyon ed altre. A Cracovia si svolge il Festival Europeo dei giochi digitali “Digital Dragons”. Qui le case produttrici entrano in competizione per assumere i migliori neolaureati. Che però magari hanno in mente di fondare la propria ditta e creare un gioco “indie”.

Forse che dovrei rispolverare il vecchio sogno e cercare di entrare nel settore ? Mah ….