Nei prossimi mesi prenderò una pausa e probabilmente non vi saranno nuovi articoli su questo blog.
giovedì 6 ottobre 2016
venerdì 17 giugno 2016
Differenze culturali tra ... Ucraina e Stati Uniti
Ho appena passato due settimane ad Odessa, in Ucraina, per fare pratica di russo. Mi si è dimostrato chiaro che mi manca ancora molto prima di poter arrivare a dire che sono un "buon" B2.
Ma non è di questo di cui intendo parlare. Ne ho approfittato per prendere parte ad una conferenza su intelligenza artificiale e Big Data. In generale, mi interesso al settore dell'IT in Ucraina.
Perché forse l'Ucraina nel settore dell'IT ha un potenziale ancora maggiore della Polonia. Come si legge in questa presentazione, un migliaio di ditte, novantamila programmatori e un centinaio di centri di sviluppo operano in questo paese e servono clienti internazionali. Al contrario della Russia, poi, l'Ucraina non tende all'isolazionismo e ovviamente non è colpita da sanzioni. Quelle di cui ho sentito parlare sono comunque soprattutto start-up statunitensi che, per una ragione o per l'altra, decidono di aprire un centro di sviluppo.
Mi ha molto colpito l'articolo a pagina 58 di questo slideshow - "Come clienti statunitensi e fornitori ucraini possono imparare a gestire le loro differenze culturali". In diversi anni in Polonia non sono mai riuscito a trovare un articolo simile nei media, nonostante che ce ne sarebbe bisogno. Questo mi da l'impressione che gli ucraini possano essere meno ingenui dei polacchi ed essere più coscienti del fatto che vi siano delle grosse differenze tra loro ed i paesi occidentali. Problemi simili a quelli descritti in questo articolo si possono infatti riscontrare nei rapporti tra fornitori polacchi ed i loro clienti.
Negli Stati Uniti le aziende "devono lavorare duro e mantenere una qualità molto alta ed un alto livello di cortesia se vogliono assicurare che il cliente torni", "il cliente ha sempre ragione perché è lui ad avere il potere", e "si aspetta di fronte ad ogni problema che gli venga proposta e consegnata una soluzione realistica".
In Ucraina, invece, è il "fornitore ad avere il coltello dalla parte del manico ed il cliente deve essere grato che il fornitore accetti di lavorare per loro". Non serve "essere cortesi in affari, questo è visto come ipocrisia perché i sorrisi si riservano solo ad amici e conoscenti". Inoltre gli Ucraini non girano intorno alle cose e se una cosa fa schifo, lo dicono. Questo spesso viene interpretato da statunitensi come "mancanza di flessibilità". Suona familiare...
Cosa può fare un fornitore ucraino allora per accontentare i clienti statunitensi? I consigli di Jennifer Robert sono sorprendentemente simili a quelli che darei io ai polacchi, quando lavorano con clienti occidentali.
- Non dare niente per scontato nella comunicazione col cliente e non avere paura di fare anche le domande più stupide. Perché quello che è scontato per una persona, eventualmente anche per ragioni di educazione, non lo è per un altra.
- Mostrare i risultati del proprio lavoro il più frequentemente possibile al cliente, cercando di stabilire un rapporto di fiducia e di dimostrare proattività
- Durante il processo di vendita, non raccontare di "essere i migliori", ma identificare le necessità del cliente e proporre soluzioni concrete. Far sentire che si vuole avviare un rapporto di partnership.
- Ricordarsi che non si è il solo componente nel processo del cliente. Un ritardo nella consegna provoca dei ritardi a catena, per cui è assolutamente necessario rispettare le scadenze.
- Se si verificano problemi o ritardi, non fare il gioco del "colpevole". Perché dare la colpa al cliente è il modo migliore per perderlo. Inoltre nella comunicazione col cliente in caso di conflitto evitare il più possibile la parola "tu", e piuttosto cercare in modo proattivo una soluzione alternativa che arrivi comunque a soddisfarlo.
- Reagire il prima possibile alle richieste del cliente, anche solo per dire che si è vista la loro email e si sta già lavorando su una soluzione - non prendersi tempo nel rispondere.
A chi ha esperienza nella consulenza queste cose potrebbero sembrare scontate, ma per molti polacchi ho visto che non lo sono. I polacchi, infatti, sono più simili agli ucraini di quanto piacerebbe loro ammettere...
domenica 8 maggio 2016
Tasse, tasse e ancora tasse
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Il famigerato "PIT-37" |
Sono residente fiscale in Polonia, assunto regolarmente in Polonia, quindi le tasse le pago in Polonia. Ma ho delle entrate in Germania, ed esiste un accordo fiscale tra Polonia e Germania. Nella dichiarazione fiscale del 2013 in Polonia ho dichiarato le entrate in Germania, e all'ufficio fiscale della Germania ho scritto che avrei pagato tutte le tasse in Polonia. E cosi ho fatto.
In Polonia, quando si dichiarano le tasse, si calcola immediatamente anche la differenza tra tasse da pagare e già pagate. E bisogna conguagliare immediatamente, senza aspettare la conferma dell'ufficio delle imposte. Io questo non lo sapevo e dovo aver spedito la dichiarazione ho aspettato fiduciosamente.
Nel frattempo dalla Germania mi è arrivata la comunicazione che le tasse sui redditi in Germania, bisogna pagarle in Germania, nonostante l'accordo. E allora le ho pagate. Dopo qualche mese però i polacchi sono venuti a batter cassa e richiedermi la differenza che non avevo pagato - ed allora sono venuto a sapere del fatto che bisogna pagare subito alla dichiarazione, diversamente dalla Germania. Ma allora ho pensato bene di fare una dichiarazione correttiva senza le entrate in Germania.
Dopo qualche mese l'ufficio delle imposte in Polonia si è fatto ancora vivo, comunicandomi che i redditi in Germania devono essere dichiarati anche in Polonia. Non si pagano le tasse sulle entrate all'estero direttamente, ma queste influenzano comunque l'indice di tassazione sui redditi in Polonia.
Funziona così: se il reddito totale, comprese le entrate dalla Polonia e dall'estero, è inferiore a 85.528 złoty ( chissà come se le inventano queste cifre), la percentuale di tassazione è del 18% sul reddito polacco, meno 556,02 złoty. Se ad esempio in un anno si guadagna 40.000 PLN in Polonia e 30,000 all'estero, siamo ancora sotto la soglia. Ma la percentuale si calcola sui redditi in Polonia. Quindi le tasse dal pagare sono 40.000 * 18% - 556,02 = 6.643,98 , ovviamente al netto di quello che è stato gia stato detratto dallo stipendio.
Ma se, come nel mio caso, il reddito totale è superiore a 85,528 , le cose diventano molto più complicate. Perché allora la percentuale diventa progressiva. Se ad esempio si guadagna 70,000 PLN in Polonia e 30,000 PLN all'estero, si sfora purtroppo il limite di 85,528.
Allora per prima cosa si calcolano le tasse come se i redditi originassero tutti in Polonia. Ovvero 14.839,02 PLN (altra cifra magica) più il 32% della differenza tra il reddito totale e 85.528 PLN. In questo caso 14.839,02 + (100.000 - 85.528) * 32% = 19.470,06
Ma queste sono le tasse che si pagherebbero se tutto il reddito originasse in Polonia. Questa cifra si usa invece per calcolare il tasso progressivo, calcolando, in questo caso, la percentuale di 19.470,06 rispetto al reddito totale, in questo caso 100.000, ovvero, sempre in questo esempio, 19,47%
L'ultimo passo è applicare questa percentuale al reddito in Polonia. In questo esempio le tasse da pagare sono il 19,47% di 70,000 PLN, ovvero 13.629 PLN. Da queste ovviamente anche qui vanno detratti i contributi trattenuti dallo stipendio.
Ho usato un programma (PIT Project) per dichiarare le tasse, ma non mi sembrava vero che i redditi all'estero venissero tassati così pesantemente, nonostante li avessi dichiarati anche nel paese di origine... Per cui ho voluto capirne esattamente la ragione, ma non è stato facile. Ed irritante.
martedì 5 aprile 2016
Elwro 800 Junior - un home computer della Repubblica Popolare Polacca
Da qualche mese sono abbonato all'edizione polacca della rivista Computerworld. In uno degli ultimi numeri ho letto la storia del computer Elwro 800 Junior.
All'inizio degli anni ottanta, quando esisteva ancora la Repubblica Popolare Polacca, i primi home computer Commodore e Spectrum erano inaccessibili alla maggior parte della popolazione. Allora nel 1985 il governo prese l'iniziativa di finanziare la produzione di un computer per la distribuzione nelle scuole ad uso esclusivamente didattico.
Il computer doveva essere progettato in Polonia ed al più usare componenti realizzati negli altri paesi dell'Est. Venne scelto un progetto del Politecnico di Poznan e destinato alla produzione in massa negli impianti della fabbrica statale di prodotti elettronici "Elwro", a Breslavia, che già produceva i mainframe "Odra".
L'Elwro 800 era un'emulatore perfetto dello ZX Spectrum, ma non solo. Si basava su un'architettura client/server e consentiva di collegare i computer di un aula in rete. L'insegnante poteva vedere nel suo schermo cosa faceva ciascun allievo ed intervenire direttamente in ogni postazione. Per quegli anni erano dei concetti molto innovativi. Il software che veniva fornito era ovviamente prevalentemente didattico, ma non mancavano i compilatori in linguaggi come Pascal, C e Prolog.
Dal momento della concezione a quello in cui effettivamente i computer sarebbero arrivati nelle scuole sarebbero passati alcuni anni. La logistica e l'efficienza non era infatti uno dei punti di forza della Repubblica Popolare Polacca e questo era probabilmente il progetto informatico più complesso realizzato fino ad allora.
Gli Elwro 800 contenevano processori creati nella Repubblica Democratica Tedesca, memorie dall'Unione Sovietica e dischi fissi dall'Ungheria e dalla Bulgaria. La fabbrica Elwro non aveva mai prodotto così tanti computer in così poco tempo ed i primi risultarono difettosi. Anche a livello di distribuzione, installazione nelle scuole ed istruzione del personale, ci volle del tempo per ingranare. Bisogna pensare che nel socialismo spesso non si pensava nemmeno a pianificare una fase di un progetto se la precedente non era stata ancora terminata...
Ma nonostante questo, verso la fine degli anni ottanta i primi Elwro 80 incominciarono ad arrivare nelle scuole polacche. Nel frattempo però il regime socialista veniva smantellato, apparivano sul mercato i primi PC compatibili IBM e quindi i computer che si basavano sull'architettura dello ZX Spectrum erano obsoleti sul nascere. Però nelle scuole polacche degli inizi anni novanta gli Elwro 800 erano ancora migliaia ed è su questi che molti futuri informatici polacchi si sono fatti le ossa. Non solo gli studenti che li hanno usati, ma anche i programmatori che realizzavano software didattico o gli ingegneri che costruivano gli accessori.
Ma la ditta Elwro, però, non esiste più. Fu privatizzata, acquisita dalla Siemens e dopo alcuni anni liquidata. Sembra inoltre che non sia possibile sapere cosa è successo ai progettisti di questo computer. Oltretutto non hanno nemmeno una nome - tutte le fonti parlano di un "team" del Politecnico di Poznan...
lunedì 14 marzo 2016
Diamoci al russo
Ho saputo il risultato del mio esame di polacco di livello C1: l'ho passato con un punteggio totale del 98%. Adesso però faccio pausa e cambio lingua - il polacco lo pratico comunque ogni giorno.
Il croato è una nuova lingua che desidero imparare, ma non prima di arrivare ad un livello del russo che mi soddisfi. Diciamo, almeno B2, visto che l'esame di russo di B1 l'ho dato qualche anno fa - a Kiev in Ucraina, tra l'altro.
Ma considerando la situazione politica attuale non ho molta voglia di fare un corso estivo in Russia (o in un altro paese dove si parla russo) e dare là l'esame. Sono combattuto tra dare l'esame dell'ECL (facile) e quello della Federazione Russa (difficile). La mia paura, in questo caso, è di scontrarmi con la politica e di dover stare attento a quello che dico, del che non ho nessuna voglia. Però mi ricordo che quando ho frequentato i corsi estivi universitari a Mosca e San Pietroburgo, già allora vi erano situazioni difficili. Nonostante questo, i professori, pur esprimendo una prospettiva diversa da quella a cui sono abituato, mantenevano un elevato livello di professionalità.
L'idea è di dare l'esame di B2 di russo a fine maggio, ma non ho molto tempo. Allora ho pensato di trovare un'insegnante privata che mi dia ripetizioni. Ho cercato sul portale e-korepeticje e ne ho trovato una con delle buone recensioni. Allora sono andato a casa sua e ho fatto una lezione di prova. Ma si è dimostrata avere delle idee strambe - ad esempio, che i Croati sono tutti dei fascisti e che non sono slavi. E alle mie obiezioni ha risposto che non ha bisogno di controllare, visto che come russa sa tutto sugli slavi e io non so niente. Ho deciso di non fare più lezioni con lei.
Il mio secondo tentativo è stato di fare una lezione di prova al centro culturale russo. L'atmosfera sembrava normale, indipendentemente dalle classiche opinioni "russe" e quindi ho deciso di iscrivermi ad un semestre. Adesso andrò a lezione il martedì e il mercoledì, fino a luglio e poi conto di dare l'esame di livello B2 della Federazione Russa.
E' un corso a cui prendono parte una decina di persone, soprattutto studentesse un po' timide. E' un'occasione interessante per rendersi conto di quanto in realtà sia facile per i polacchi imparare il russo - in realtà. non tanto. Hanno qualche vantaggio quando si tratta di capire alcuni concetti grammaticali come gli aspetti dei verbi, che in polacco sono identici. Ed è più facile per loro anche ricordarsi le parole, visto che alcune sono simili. Ma arrivare ad un buon livello di russo non è banale neanche per i Polacchi - e non è solo un fatto di motivazione. .
lunedì 22 febbraio 2016
Un grande amore per i diminutivi
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Papà, papà, qual'è il diminutivo di "waga" (bilancia) ? Beh.... |
Quando studiavo per l'esame di B2 di polacco uno dei capitoli era sui diminutivi. Era il capitolo che odiavo di più perché mi sembravano una cosa senza importanza, ed oltre tutto le regole per crearli sono assurde. Ma solo di recente ho notato quanto i Polacchi, anzi sopratutto le Polacche, sono innamorati dei diminutivi.
E' vero, avevo già accennato che Stefen Muller ha scritto un intero capitolo sull'uso dei diminutivi in Polonia. Preferisce andare dal dentista in Polonia, dove si fa togliere la carietta dai dentini e dopo la rimozioncina del tartarino nella bocchina è tutto pulitino (sì, in Polonia i dottori e soprattutto le dottoresse parlano proprio così)
Vado al ristorante, e mi danno il numerino e mi chiamano quando l'insalatina è pronta. E mi chiedono se voglio un succhettino dal frigoriferino. Vado a teatro, e mi vendono il bigliettino per un posticino dove guardare lo spettacolo (per fortuna non lo spettacolino, lì per fortuna si fermano). E si paga in "zlotini".
Beh, ma almeno sul lavoro si sarà più seri, no ? Macché. Si fanno i testini per vedere se funziona il programmino, e si scrivono i risultatini nel filino di excelino. Hai una domandina in merito al compitino da fare ? Vai su internetino e trovi un aiutino come risolvere il tuo problemino.
Pero il tono che usano quando parlano così è normale, quindi se non si presta attenzione si può non notare. E allora cosa facciamo ? Scriviamo un postino sul bloghino su questo argomentino....
E' vero, avevo già accennato che Stefen Muller ha scritto un intero capitolo sull'uso dei diminutivi in Polonia. Preferisce andare dal dentista in Polonia, dove si fa togliere la carietta dai dentini e dopo la rimozioncina del tartarino nella bocchina è tutto pulitino (sì, in Polonia i dottori e soprattutto le dottoresse parlano proprio così)
Vado al ristorante, e mi danno il numerino e mi chiamano quando l'insalatina è pronta. E mi chiedono se voglio un succhettino dal frigoriferino. Vado a teatro, e mi vendono il bigliettino per un posticino dove guardare lo spettacolo (per fortuna non lo spettacolino, lì per fortuna si fermano). E si paga in "zlotini".
Beh, ma almeno sul lavoro si sarà più seri, no ? Macché. Si fanno i testini per vedere se funziona il programmino, e si scrivono i risultatini nel filino di excelino. Hai una domandina in merito al compitino da fare ? Vai su internetino e trovi un aiutino come risolvere il tuo problemino.
Pero il tono che usano quando parlano così è normale, quindi se non si presta attenzione si può non notare. E allora cosa facciamo ? Scriviamo un postino sul bloghino su questo argomentino....
martedì 2 febbraio 2016
Tassisti
Una cosa che faccio molto spesso a Cracovia è andare in taxi. Anche stamattina sono andato al lavoro in taxi, visto che era abbastanza tardi e mi è costato 12 zloty - 3 Euro. Il prezzo di un biglietto del metrò a Monaco di Baviera.
Essendo Cracovia una città molto compatta, si arriva dappertutto in mezz'ora, ammesso ovviamente di prendere un taxi. Tipicamente quando devo uscire ed andare da qualsiasi parte chiamo un taxi, perché di solito ho abbastanza fretta ed arrivo velocemente a destinazione, anche se non ci sono mai stato. Quando torno ho meno fretta e visto che so bene dove è casa mia, non è un problema usare i mezzi pubblici. Di notte però sicuramente torno in taxi, per sicurezza.
Ditte che offrono servizi di taxi a Cracovia ce ne sono tante. La concorrenza fa sì che i prezzi siano bassi. Ecco spiegato il motivo per cui idee come Uber e il car sharing in Polonia non abbiano fatto strada. Inoltre i tassisti sono flessibili, ti aspettano gratis anche per dieci minuti e più. Le auto dei tassisti comunque sono di tutti i tipi, ce ne sono di nuove come di scassate.
La ditta che chiamo, Barbakan, mi ha nel suo database e mi ha registrato come "Obcokrajowec", straniero. Non si sono sforzati di registrare il mio nome, visto che essendo "straniero" sono facilmente riconoscibile. I forestieri sono ancora delle bestie strane in Polonia...
Uno straniero che sa il polacco, in più, è una bestia ancora più strana e la maggior parte dei tassisti sono curiosi. In genere non attacco bottone e mi faccio i fatti miei, ma se hanno voglia di parlare non disdegno la conversazione. Molti tassisti hanno una storia interessante, magari hanno passato qualche anno all'estero ma hanno preferito tornare.
In genere lascio un po' di mancia, che in Polonia non è scontato. E mi faccio dare sempre lo scontrino. Non perché sono un bravo cittadino, ma per poter facilmente rintracciare il taxi, se mi dimentico qualcosa. Mi è successo una volta infatti di dimenticare il telefonino, che per fortuna ho recuperato. Questo è un altro vantaggio del taxi rispetto ai mezzi pubblici - se si dimentica qualcosa la si ritrova....
sabato 16 gennaio 2016
Preparandosi per l'esame PMBOK
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PMBOK - "wydanie polskie" |
Dovrei fare qualcosa di più per la mia "carriera". Ho avuto comunque l'anno scorso l'opportunità di seguire un corso di preparazione all'esame "PMBOK", ovvero "Project Management Body of Knowledge" - in pratica l'esame per diventare Project Manager. L'ho fatto a Cracovia, nei locali della Comarch, in polacco - esperienza per me sicuramente interessante. E non tipica, infatti ero l'unico straniero.
Il corso è durato un totale di 10 giorni ed in esso ho imparato alcune delle tecniche che si usano per gestire aspetti del progetto, ovvero integrazione, ambito, tempi, costi, qualità, risorse umane, comunicazione, rischi .... Dal corso ho ricevuto del materiale, ma l'esame lo preparerò leggendo la cosiddetta "bibbia" del PMBOK, di cui ho comprato l'edizione in polacco per 30 Euro scarsi. I libri tecnici in polacco, come ho scritto in un altro post, costano meno della corrispettiva edizione in inglese (che costerebbe più di 40 Euro)
A parte il fatto che l'instruttore aveva una grande voglia di ricordare ad ogni occasione che gli italiani amano agitare le mani quando parlano, il corso si è dimostrato interessante. Se non altro per capire che l'attitudine ostile al cliente non è così universale in Polonia come pensavo prima ed ho scritto in un post precedente. Ho trovato curiosa comunque l'opinione secondo cui al cliente bisogna dare il minimo indispensabile che sia disposto ad accettare ... e non di più, altrimenti è "goldplating", funzionalità realizzata gratis. Il cliente migliore, inoltre, "è quello che torna". Ma il cliente "non ha sempre ragione" - può dirti quello che vuole, ma non come realizzarlo...
Durante il corso sono state fatte attività di gruppo per simulare attività di progetto. Mi ha ricordato un po' la scuola, dove ero terrificato dei "lavori di gruppo" in cui non si sapeva mai chi doveva fare cosa. Nel corso erano un attimino più strutturati, le attività erano comunque curiose. Ad esempio costruire una catapulta di carta per distruggere un uovo, trovare chiodi in un secchio di sabbia o replicare una costruzione in lego che si trovava nella stanza accanto... Tutte situazioni che dovevano rappresentare tappe di progetti.
Il corso è finito e dopo avere dato l'esame di C1 di polacco non ho più scuse: mi devo preparare all'esame PMBOK. Ma a casa faccio fatica a motivarmi ed uso una strategemma che adottavo quando mi preparavo agli esami: vado a studiare fuori casa. Studio esclusivamente il fine settimana. Le biblioteche però sono chiuse quei giorni ed allora ho trovato un locale alternativo: una stanza dedicata al "Coworking" nel più grosso centro commerciale di Cracovia, Bronovice, aperto ovviamente tutti i giorni. Studiando là sono arrivato quasi a metà della bibbia del PMBOK, vediamo quando riesco a dare l'esame....
mercoledì 6 gennaio 2016
Giochiamo in polacco
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Theme Hospital in polacco |
Ci si potrebbe aspettare che per la maggior parte dei videogiochi non esista una versione in polacco. Ma secondo queste statistiche, la Polonia è al mondo il diciannovesimo mercato per i videogiochi. Abbastanza grande per fare si che esista una versione in polacco di giochi come Civilization V o Mount and Blade - a quest'ultimo sto giocando in questo periodo.
Quando la casa produttrice non crea una versione in polacco, è a volte la comunità a crearla. Ce se ne può convincere visitando il portale "Graj po polsku", ovvero "Gioca in polacco". Uno dei loro progetti più grossi è stata la realizzazione di una versione polacca del gioco "Europa Universalis IV", anche se in questo momento perennemente incompleta perché deve rincorrere le espansioni.
So che la comunità ha anche creato versioni polacche di altri giochi che amo, come "Railroad Tycoon 3", "Sid Meier's Pirates" e "Theme Hospital". Talvolta, però, senza i caratteri speciali dell'alfabeto polacco, per cui per la pratica della lingua possono essere dannosi.
E come ho raccontato più volte, per i giochi a cui non mi interessa giocare, mi limito a guardare dei filmati 'Let's play' su youtube. Sono proprio questi ultimi giochi, cosiddetti "di ruolo", con molti dialoghi, che mi aiutano di più nello studio della lingua.
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