Sicuramente una delle cose che mi inquietava di più prima di venire in Polonia è come sarebbe stata l’assistenza sanitaria. Il contratto con la ditta mi prometteva un pacchetto di assistenza sanitaria, ma non sapevo esattamente cosa volesse dire.
In Polonia esistono due classi di assistenza sanitaria, pubblica e privata. Molte ditte, inclusa la mia, hanno delle convenzioni con dei fornitori di assistenza privata, i cosiddetti centri medici. E questo è uno dei privilegi più importanti di chi ha un lavoro rispetto a chi non ce l’ha. Alle fiere del lavoro, quando le ditte si presentano ai possibili futuri assunti, sottolineano sempre che tipo di pacchetto sanitario offrono.
Comarch ha una convenzione con iMed24, che fa parte dello stesso gruppo finanziario. Dal punto di vista pratico significa che posso fare visite specialistiche ed esami di laboratorio nel centro Medico iMed24, e ricevendo un rimborso completo o parziale. L’edificio è accanto alla ditta, il che mi fa anche risparmiare tempo. La gamma di servizi offerta è molto ampia e finora non sono dovuto andare da nessun’altra parte. In questo anno ho avuto ampia possibilità di testare l’assistenza medica offerta da questo centro e mi considero soddisfatto, sia dei servizi che dei costi.
Le farmacie polacche sono piccole, ma sono in genere in grado di fornire qualsiasi medicina nel giro di una giornata. Esiste anche un rimborso automatico sul costo delle medicine da parte del fondo sanitario nazionale, se nella ricetta è indicato il famoso PESEL. Questo codice identificativo è anche il presupposto per potere usufruire dell’assistenza sanitaria pubblica, che finora non ho avuto modo di provare. Non ha una buona reputazione, a causa soprattutto di una carenza di medici.
A parte le solite visite che devo fare, un problema aggiuntivo che ho in Polonia è la maggiore frequenza con cui mi si irrita la pelle. L’ho risolto usando acqua bollita per lavarmi la faccia. L’acqua del rubinetto naturalmente non la bevo, i negozi vendono infatti dei bottiglioni di acqua da 5 litri che sono onnipresenti in tutta l’Europa dell’est. Pare che la situazione sia migliorata negli ultimi tempi e alla radio ho sentito dire che nel frattempo l’acqua d’acquedotto dovrebbe essere potabile, ma non mi arrischio.
Altri problemi particolari di salute non ne ho avuti. A lungo termine è spiacevole il fatto che Cracovia sia una della città più inquinate d’Europa ( al terzo posto in Europa secondo questa indagine), a causa prevalentemente della posizione geografica.