Ho appena finito di fare un giro della Polonia in macchina di due settimane. E’ stata un’esperienza nell’insieme positiva, oscurata in parte però da una negativa, che mi ha rovinato un paio di giornate.
Una delle mie tappe è stata la visita al museo “Olbrzym”, o “Riese”, nel comune di Walim. Si tratta di un immenso complesso di gallerie scavate dal Terzo Reich verso la fine della seconda guerra mondiale, tra il 1943 e il 1944. Solo una piccola parte è stata scoperta e le ricerche continuano. Non si sa quale fosse lo scopo di questo complesso immenso, poiché tutti i documenti sono stati distrutti. Ma pare chiaro che avrebbero dovuto ospitare migliaia di persone, per cui una delle ipotesi è quella di un rifugio antiatomico in previsione del conflitto finale. Migliaia di prigionieri vi hanno perso la vita. Per maggiori informazioni leggere qui : http://en.wikipedia.org/wiki/Project_Riese
Nella zona di Walim/Gluszyca vi sono tre di questi musei, in ciascuno dei quali è possibile visitare alcune delle gallerie. Molte altre non sono aperte al pubblico. La visita è possibile solo con guida, dura un’ora e mezza e richiede un abbigliamento adeguato, poiché sottoterra fa freddo. Da quel che ho potuto riscontrare, le visite guidate sono solo in Polacco.
Dopo aver completato la visita al museo Włodarz, avevo bisogno di fare una visita al bagno. Entrambe le due toilette erano occupate, per cui ho pensato di cercare un luogo appartato. Non lo avessi mai fatto.
Attaccato al museo c’è un’area separata da una staccionata, dove penso tengano delle attrezzature. Là mi sono diretto, non facendo caso al cartello di “Wstęp zbroniony” (Accesso Vietato) – il cancello era aperto. Non appena sono entrato, un grosso cane feroce mi è saltato addosso, con il chiaro intento di mordermi. Per fortuna ho reagito molto velocemente e ho fatto una serie di balzi, andando fuori dalla portata della bestia, che era legata ad una catena.
A quel punto ho verificato che avevo perso una scarpa, mi ero fatto un lungo taglio al braccio di almeno 20 centimetri, e mi erano caduti occhiali e telefonino. Non si era rotto niente per fortuna. Il cane però mi bloccava l’uscita. Ho allora telefonato al museo che venisse qualcuno a liberarmi.
Quasi subito è venuto un uomo che tenendo a bada il cane mi ha permesso di uscire. Mi ha chiesto bruscamente cosa facessi lì, trattandomi quasi come un ladro. Non sembrava interessargli che mi fossi ferito e che fossi in stato di shock. Per lo meno sono riuscito a farmi mostrare i documenti che attestavano che il cane era sano. L’uomo ha ammesso che il cane aveva già morso. Ho guardato comunque bene le mie gambe e non ho visto segni. Il vaccino del tetano so che lo avevo ripetuto tre anni fa.
Non c’era altro da fare, poiché era chiaro che il torto era mio. I cartelli “Wstęp zbroniony” e “Zły pies” (solo in polacco e piccoli) c’erano. Mi sembra comunque completamente irresponsabile tenere un cane così feroce vicino ad un un luogo pubblico, frequentato da bambini e da stranieri che non conoscono la lingua. Basta un attimo per sbagliarsi.
Sono tornato in albergo e per quel giorno non sono più uscito. Il giorno dopo ho ripreso il viaggio e dopo una settimana la ferita è guarita. Da parte mia un avvertimento: attenti ai cani in Polonia!
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