sabato 22 agosto 2015

Multe, multe ed ancora multe

A Cracovia significa... parcheggio a pagamento!

Ho già raccontato che girando in Polonia in auto bisogna stare attenti ai numerosissimi rilevatori di velocità. Se si ha un buon navigatore, si viene avvertiti in tempo. Ma durante i due miei ultimi giri con macchine a noleggio ho usato il mio telefonino e google maps per navigare. Questo software non dispone di dati sugli autovelox, ed ho quindi finito per prendere due multe per eccesso di velocità.

Questo mese mi è arrivata una lettera minacciosa dall'ispettorato centrale con la segnalazione che avevo superato il limite di velocità in un centro abitato di circa 30 km/h in aprile. Oltre a 200 zloty (50 euro) questo mi costerà sei punti sulla patente. Non bisogna superare i 24 punti, ma in teoria i punti in Polonia vengono azzerati ogni anno, ammesso che si siano pagate tutte le multe. Avendo una patente tedesca, in base a quello che sono venuto a sapere non me la possono togliere, ma mi possono proibire di circolare in Polonia. Devo stare più attento.

Ma non sono il solo ad avere ricevuto delle multe. I miei genitori sono venuti a Cracovia questo mese e si sono beccati due multe per divieto di sosta. Nel quartiere periferico dove hanno trovato un appartamento grazie ad Airbnb il comune ha avuto la brillante idea di mettere dei parchimetri e di creare dei parcheggi a pagamento. Il peggio è che i posti a pagamenti sono marcati con striscie bianche ed hanno il segnale "P", che in Italia significherebbe parcheggio libero, ma in Polonia significa parcheggio a pagamento! Per non prendere la multa possono parcheggiare di fronte alla casa dove alloggiano, dove però c'è il segnale di ... divieto di sosta. La padrona di casa li aveva avvertiti di questo, ma la cosa sembrava inverosimile ed hanno dovuto prendere due multe di divieto di sosta prima di capire come funziona....

Infatti in Polonia la Polizia sembra apparire quasi magicamente ogni volta che si mette la macchina in un divieto di sosta. Mi ricordo che anche a me è successo una volta che mi ero dimenticato di comprare il biglietto al parchimetro ed avevo parcheggiato per dieci minuti.

Mio padre ha comunque valutato se fosse veramente necessario pagare le multe. D'altra parte, è noto che i turisti che vengono in Italia ed infrangono i limiti di velocità tipicamente non pagano le multe anche se arrivano a casa loro, perché il sistema non è informatizzato ed anche se vengono fermati da una pattuglia in Italia questa non è in grado di farle valere. Ma in Polonia pare che sia diverso e sono noti casi in cui un automobilista fermato dalla polizia ha dovuto pagare le multe dovute con gli arretrati, sotto la minaccia di vedersi sequestrata la macchina.

Quindi mio padre ha pagato le multe, anzi, le ho pagate io. Un totale di 100 zloty, ovvero 25 euro. Tutto sommato poteva andare peggio. Almeno non ha avuto il trauma di trovarsi l'auto bloccata dalle ganasce, come era successo a me una volta nella Repubblica Ceca, una volta che avevo parcheggiato l'auto in un'altra "trappola per turisti". A Cracovia le mettono a chi parcheggia in centro...

sabato 8 agosto 2015

Nuovo capitalismo polacco

"Nuovo capitalismo polacco" di Jane Hardy
Dopo il "cambiamento" del 1989, la Polonia è passata dal comunismo ad un'economia di mercato. E' conoscenza comune che in Polonia è stata adottata una terapia cosiddetta di shock, che ha smantellato le aziende statali dandole in mano a privati ed ha aperto il paese al capitale straniero senza proteggere le aziende locali. Diversamente ad esempio dalla Russia o dalla Jugoslavia, dove la terapia shock ha avuto effetti disastrosi, in Polonia le misure hanno avuto successo ed il paese è diventato una mecca del capitalismo in continua ed inarrestabile crescita. Questo, almeno, tanti ci raccontano.

La realtà però è più complicata. Prima di tutto la privatizzazione delle aziende statali non è stata affatto esaustiva. Delle quindici aziende a maggiore fatturato in Polonia, quattordici sono ancora statali. Sono ad esempio nei settori del petrolio (Orlen, PGNiG, Lotos), minerario (KGHM Polska Miedź), assicurativo (PZU), bancario (PKO SA), energetico (PGE) o logistico (PKP). In Polonia l'opinione dominante è che aziende in settori strategici debbano restare in mano allo stato, altrimenti rischiano di finire in mano ad oligarchi che non creano nessun valore aggiunto, come ad esempio è successo in Russia, o in proprietà di capitale straniero. Sul fatto che queste aziende siano gestite bene dallo stato le opinioni sono discordanti.

Il "cambiamento" ha colpito in modo più radicale le aziende nel settore manifatturiero, come ad esempio la produzione di automobili ed elettrodomestici. Molte di queste aziende sono state svendute ad investitori stranieri, che le hanno smembrate tenendo solo i reparti più efficienti e liquidando gli altri. A volte l'unico scopo di questi acquisti era acquisire i beni immobili e la presenza nel paese, per poter produrre a basso costo.  Il risultato di questo rimescolamento di carte è stata la creazione di un settore manifatturiero efficiente in Polonia, ma quasi completamente in mano a capitale straniero. I polacchi si sono dimostrati essere degli ottimi lavoratori rispetto ad altri paesi dell'Est Europeo, oltretutto perché la Polonia anche nel periodo comunista realizzava prodotti destinati a mercati occidentali.

Il cambiamento però ha causato alti costi sociali. Le garanzie del comunismo  (casa, lavoro, assistenza sanitaria, istruzione, asili nido...) sono state in gran parte smantellate. La disoccupazione si è stabilizzata a livelli accettabili, ma bisogna tenere conto del fatto che tantissimi polacchi sono emigrati in Europa, approfittando dell'apertura delle frontiere. Quelli che sono rimasti a lavorare in Polonia nel privato spesso devono sopravvivere con 300 euro al mese, per cui se possono si trovano un secondo lavoro. Non dimentichiamo che la merce d'importazione costa qui lo stesso che nella zona Euro. I sindacati sono forti nelle aziende statali, ma non in quelle private, anzi, iscriversi a un sindacato nella pratica può portare al licenziamento.

La sensazione però è che le cose di anno in anno migliorino. Per quelli a cui non è consentito di dimenticare le code e le carenze dei tempi del comunismo, la presenza di numerosissimi centri commerciali con scaffali pieni di merci deve essere catartica, anche se non si hanno i soldi per comprarle.  I finanziamenti dell'Unione Europea hanno portato migliori infrastrutture, come ad esempio nuove strade, aeroporti. collegamenti ferroviari, acquedotti, piste ciclabili, ospedali, edifici universitari... Vi sono degli imprenditori locali, che però sono in una lotta impari con le multinazionali, che godono persino di migliori esenzioni fiscali dallo stato polacco. La costante presenza dello spauracchio russo fa sì che altri temi passino in secondo piano e che quindi
nessun paese più della Polonia creda nella strada del neoliberalismo.