mercoledì 24 giugno 2015

Il mondo non ha bisogno di eroi, ma di professionisti

Geralt con Triss (a sinistra) e Yennefer


Di Wiedzmin 1 e 2 e di Geralt ho già parlato in un post precedente. Nel frattempo è uscito il gioco Wiedzmin 3 ed in Polonia anche i sassi se ne sono accorti. C'è stata una premiere in tutte le maggiori città della Polonia (che purtroppo mi sono perso perché ero in trasferta) e il gioco ha già venduto quattro milioni di copie in tutto il mondo. Ogni polacco che ha un minimo di patriottismo lo ha già comprato. Infatti in Polonia i videogiochi sono come i vestiti per gli italiani e le automobili per i tedeschi: orgoglio nazionale che bisogna sostenere ed aiutare comprandoli.

Io non ho comprato Wiedzmin 3. Mi ci vorrebbe troppo tempo per finirlo, per cui preferisco guardare dei video "let's play" che mostrano come completare il gioco. Non mi è venuto voglia di giocarci, diversamente da This War of Mine, perché non fa parte dei miei generi preferiti. Infatti a me piacciono i giochi che danno la massima libertà al giocatore. Da quel punto di vista per me Wiedzmin 3 è un po' una delusione, poichè non consente di muoversi liberamente nel continente in cui è ambientata la storia ed è possibile visitare solo alcune città e scegliere tra determinate azioni. In compenso ci sono molti dialoghi, in polacco, il che è buono per le mie competenze linguistiche.

L'universo di Wiedzmin è un continente simile all'europa medievale, con creature fantastiche, dove a sud è situato il potente impero di Nilfgaard con i suoi satelliti, che ricorda il Sacro Romano Impero, e al nord delle monarchie indipendenti come Temeria, Redania, Aedirn e Kaedwen, delle città stato come Novigrad e altre entità come gli elfi di Scoiatel. Mentre il Sud è pacificato, il Nord è più selvaggio e pericoloso, e infatti è qui che i Wiedzmini sono attivi e si spostano di villaggio in villaggio per combattere contro i mostri che infestano le campagne, sempre facendosi pagare ovviamente. Geralt, il protagonista, non visita mai infatti il sud del continente, poiché l'impero di Nilfgaard tiene i Wiedzmini bene al guinzaglio.

Nel gioco Wiedzmin 1, Geralt impedisce al mago Salamander di realizzare i suoi piani per dominare il mondo, mentre nel regno di Temeria si scatena una guerra civile tra gli uomini e le altre razze. In Wiedzmin 2, Geralt viene accusato ingiustamente dell'assassinio del re di Temeria e per ripristinare la sua reputazione si mette sulle traccie del gruppo di Wiedzmini il cui obiettivo è assassinare tutti i re del regno del nord. Il capo degli assassini, Letho, riesce a far cadere la colpa dei regicidi sulla loggia delle maghe, mentre in realtà dietro gli assassini c'è l'impero di Nilfgaard.

Nei libri, che sono ambientati prima del gioco, si raccontano due sanguinose guerre dell'impero del sud contro i regni del nord. Nella prima l'impero conquistò il regno di Cintra, nel secondo le forze combinate dei regni del nord bloccarono in modo netto e sanguinoso ulteriori tentativi di espansione di Nilfgaard. Wiedzmin 3 è ambientato in una terza guerra, in cui l'impero di Nilfgaard ha già conquistato Aedirn e Temeria e si appresta a conquistare Redania, che a sua volta si è espansa e mira a conquistare tutto il nord. Geralt, che a lungo ha servito Temeria, nel corso del gioco cambia bandiera e passa ai servizi dell'imperatore di Nilfgaard, che lo incarica di cercare la sua figlia, Ciri, che Geralt stesso aveva preso in adozione.

Anche in Wiedzmin 3 è all'opera un mago malvagio, "il cacciatore selvaggio", che Geralt deve sconfiggere. Durante il gioco ci sono tante missioni secondarie, ma l'obiettivo di Geralt, oltre che salvare Ciri, è ricongiungersi con il suo unico amore, Yennefer, che aveva dimenticato nelle puntate precedenti preferendo la compagnia della maga Triss e di tante altre donne che aveva incontrato per strada. Perché sì, Gerald ha successo con le donne e un'obiettivo del gioco è "collezionare" più donne possibili, sianno esse maghe, monache o prostitute. Questo viene premiato con punti e con scene esplicite che fanno dubitare che il gioco sia stato realizzato in un paese che si presume molto cattolico come la Polonia.

Il messaggio più imporante di Wiedzmin 3? E' il motto del gioco: "Il mondo non ha bisogno di eroi, ma di professionisti". Solo grazie alle competenze ed alle facoltà acquisite con mutazioni ed anni di studio e pratica Geralt è in grado di sconfiggere le creature malvagie con cui si scontra, e a volte deve rimediare ai guai di chi invece vuole fare l'eroe, ma non sa come procedere. Anche nella vita reale è spesso cosi e se le cose non si sanno fare, è meglio mettersi da parte ed imparare dai professionisti. Penso che anche io farò mio il motto di Geralt.

giovedì 18 giugno 2015

Negozi e negozietti

Negozietto di quartiere della "ranocchio"


In un post precedente avevo scritto che quando vado a fare la spesa in Polonia, di solito nei negozi trovo più commessi che clienti. Mi sono però reso conto di aver esagerato un po'. Quello che avevo scritto è vero se si fa la spesa nei supermercati più cari in un orario piuttosto tardo, ad esempio verso le 21. I primi tempi in Polonia andavo a fare la spesa nel supermercato Alma, che chiude alle 22, oppure in altri supermercati di catene internazionali come Carrefour e Real. Lì non manca niente e la qualità dei prodotti è, diciamo, occidentale, ma è ovvio che tutto questo si paga. Tipicamente sono aperti i giorni feriali fino alle 22 e i festivi fino alle 20, a parte Tesco, che è aperto 24 ore su 24. Se ci si sente pigri, si può fare la spesa su internet e ci portano la merce col corriere a casa.

Esistono supermercati più economici con un servizio meno formidabile, gestiti da catene come Biedronka (la "coccinella") e Lewiatan. Sono più presenti sul territorio e vendono una percentuale molto maggiore di prodotti alimentari polacchi. Chiudono prima, la scelta è inferiore e può capitare che alcuni prodotti manchino, ma in compenso i prezzi sono più bassi. Questi supermercati si trovano nella fascia che nei paesi occidentali è occupata di solito dai discount, che infatti in Polonia sono rari. Comunque anche in questo tipo di supermercato mi è capitato raramente di fare la coda.

In una fascia ancora più bassa si trovano le catene dei negozi di quartiere, di marche come Żabka (il "ranocchio" ), Małpka (la "scimmietta") o Fresh Market. Sono negozi piuttosto piccoli, con scelta ancora più limitata. E' però perfettamente possibile nutrirsi ed anche bene, pagando poco, facendo la spesa solo in questi negozi, però a volte se si va tardi (o presto) bisogna prendere quello che c'è. Inoltre qui in certi orari capita effettivamente di fare un po' di coda, niente di impressionante però. Questi negozietti hanno gli orari migliori, ogni giorno dalle sei alle ventitré. Spendono inoltre sicuramente poco sia di affitto che di personale, per questo possono permettersi di fare prezzi bassi.

Una nicchia simile viene occupata dai negozi di quartiere che non appartengono a nessuna catena, ma a persone private. I prodotti mi sembrano di una qualità migliore ma hanno orari più tradizionali, per questo solo se non esco troppo tardi è in questi negozi che preferisco andare. Questo è l'unico tipo di negozio in cui può capitare ancora di fare una (breve) chiacchierata col proprietario.

Facendo la spesa in Polonia si nota che i polacchi non hanno l'abitudine di offrire a qualcuno di passare davanti nella coda, anche se hanno un carrello pieno di roba e quello dopo di loro deve comprare una sola cosa. Il posto nella coda in Polonia è sacro.

Inoltre spesso si paga con la carta anche se l'importo è piccolo, mentre se si paga in contanti ci si deve preparare alla richiesta "Nie ma pan drobnych?" (non avete spiccioli)? Perché tutti i negozi in Polonia, compresi i più grossi supermercati, sembrano patire di una perenna carenza di spiccioli. Quindi se vogliamo rendere felice un commesso, per prima cosa impariamo bene i numeri in polacco e diamogli esattemente l'importo che ci chiede!

mercoledì 10 giugno 2015

Salviamo le farfalle azzurre !

Il gran giorno


Esiste un bellissimo parco dentro il comune di Cracovia, con un bel laghetto a forma di farfalla, in cui grazie alla sua posizione particolare ci si sente quasi come se si fosse in montagna: Zakrzówek. In questo parco si può incontrare una rara specie di farfalle azzurre.

 Del fatto che questo parco esista ancora nella forma attuale dobbiamo ringraziare l'artista Cecylia Malik, come lei stessa racconta in questo video. Infatti nel 2011 il comune aveva già deciso di destinare a zona residenziale l'area accanto al lago, che era già stata venduta ad una impresa di costruzione portoghese, Gerium. L'amministrazione comunale non aveva informato i cittadini e l'operazione era rimasta quasi segreta, ma Cecylia era venuta a saperlo quasi per caso. Chi l'ha informata le aveva detto che le carte erano state già date e non si poteva più fare niente.

Racconta che quando l'ha saputo è andata a vedere il parco e si è resa conto che non avrebbe potuto perdonarsi se non avesse fatto niente. Si è allora consultata con sua sorella e con lei ha pianificato un'iniziativa che attirasse l'attenzione della stampa e della gente allo scopo di fare pressione sulla giunta comunale. Ebbero l'idea di creare un esercito di farfalle azzurre.

Realizzarono un video in cui si descriveva come ritagliarsi delle ali di farfalla, ovviamente azzurre. Entro un mese contavano di creare un collettivo delle farfalle azzurre ("Modraszek Kolektyw") che ad una certa data si sarebbe trovato al parco Zakrzówek ed avrebbe composto una farfalla gigante fatta di uomini-farfalla.

L'iniziativa diventò virale molto presto. Durante il mese successivo, sia sui social network che per la città, si sarebbero viste dappertutto farfalle azzurre. Coinvolsero associazioni culturali, politiche ed ambientali (inclusa la federazione degli anarchici), crearono degli stand informativi in città,  distribuirono volantini, realizzarono video e informarono i giornali e le radio. L'iniziativa superò tutte le aspettative ed il gran giorno le farfalle azzurre conquistarono non solo il parco, ma tutta la città - persino ai monumenti caratteristici di Cracovia vennero messe delle ali azzurre.

Rappresentanti del collettivo quindi incontrarono i rappresentanti del comune, che si videro quindi praticamente costretti a cancellare il progetto, a furor di popolo. Quindi il parco esiste ancora, ma è stata vinta una battaglia, non la guerra. Infatti il lago è recintato da reti ed ancora di proprietà della ditta Gerium, e l'accesso non è libero. I cittadini ed il collettivo continuano a fare buchi nella rete e ad entrarvi illegamente durante i fine settimana (l'ho fatto anche io, lo ammetto), rischiando in teoria fino ad un anno di galera. Il comune ha rispolverato il piano di realizzazione di un area residenziale e mi sa che bisognerà tornare in piazza. Stavolta forse ci sarò anche io, ora cerchiamo di capire come si fa a ritagliarsi un paio di ali azzurre....

lunedì 1 giugno 2015

Sotto i letti dei tedeschi




Tornando al discorso delle donne delle pulizie, in questo post farò la recensione di un libro scritto da una polacca che fa la donna delle pulizie in Germania : "Sotto i letti dei tedeschi", di Justyna Polanska. Racconta molti episodi che ha vissuto facendo le pulizie in case private. Il libro è stato un bestseller in Germania, ma ha avuto un successo molto moderato in Polonia. Forse ai tedeschi interessa sapere come sono visti da chi viene a pulire in casa loro, mentre i polacchi non vedono nella storia di questa donna niente di straordinario. Ce ne sono in tante, di polacche, a lavorare come donne delle pulizie in Germania.

Cosa si può trovare sotto i letti dei tedeschi ? Justyna ha trovato criceti morti, serpenti vivi, denti, unghie, tamponi, pizze, latte, polli, ma di solito si trovano calzini, bottiglie, piatti, panini, libri, riviste, preservativi e mutande. Uno dei capitoli più osceni descrive le porcherie che le è capitato di vedere in tante case. Forse il successo del libro deriva dalla curiosità morbosa della gente di sapere cosa nascondono i vicini in cassetti ed armadi.

Più scioccante è come viene descritto come un dato di fatto che una donna delle pulizie deve convivere con proposte indecenti e molestie sessuali solo per il fatto di potere lavorare. Scrive che se andasse via ogni volta che un cliente le tocca il sedere o le mostra il ..."sigaro", come lo ha chiamato uno dei suoi clienti più spiritosi, rimarrebbe senza lavoro. Le donne non sono meglio, le strillano dietro,  la insultano, la accusano di rubare o trovano qualsiasi scusa per pagarla di meno. Alla fine non è sorprendente che i suoi clienti preferiti sono ... omosessuali e prostitute.

A me comunque il libro è piaciuto. Descrive la storia di una ragazza senza molto prospettive in Polonia che cerca il futuro in Germania. Dopo molte peripezie, riesce a trovare la sua strada come donna della pulizie professionista (di cui in Germania c'è grande domanda), si sposa con un italiano e mette su casa. E' una persona energica che non si da mai per vinta, e che riesce sempre a stare ottimista. Nel libro racconta quello che le succede e in generale non giudica. Pur conoscendo molte persone negative ne conosce anche di positive - "dove c'è ombra c'è anche luce".

La morale del libro è chiara :anche le donne della pulizie sono esseri umani e non vanno trattate come l'ultima ruota del carro. E a volte possono aiutare un uomo a sedurre la donna di cui è innamorato, e finire per fare le pulizie nell'appartamento in cui la nuova coppia decide di vivere.